C’è almeno una consolazione: che il governicchio di Renzi, invischiato dentro una inestricabile palude di imposture, non riesce a mentire fino in fondo sulle sue intenzioni finali, sul suo animus e sul suo senso, possiede insomma quella ingenuità del bugiardo che per quanto spasmodicamente attento sulle singole invenzioni, non riesce a nascondere la propria natura. Così il contabile Padoan, alle prese con una promessa di ripresa che sta già affondando nel nulla come una barchetta di carta, si sfoga con la Corte Costituzionale che nell’emettere le proprie sentenze dovrebbe “fare valutazioni economiche sulle conseguenze dei suoi provvedimenti“: ora che la questione delle pensioni bruci è un conto, ma sostenere che la Consulta non debba controllare la costituzionalità delle leggi, bensì pensare al bilancio è una chiarissima formulazione tutta italiana del primato dell’economia sulla legalità. Del bilancio sui cittadini. Del profitto sui diritti. Insomma una roba da gufi come direbbe il premier.
Anzi…
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